Corretta gestione delle mandate idriche: siamo grandi versatori d’acqua?
Tecnica e tattica di intervento su abitazioni incendiate prevedono diverse tipologie di intervento, e sicuramente un ROS che abbia in mano la situazione.
Come sempre a noi interessa ragionare su quanto sia importante la strategia e la pianificazione dell’intervento. Quindi qualunque azione deve essere sempre pianificata e concordata assieme alle squadre presenti sul posto. Inutile ripetere l’importanza della corretta gestione ed utilizzo delle mandate idriche, proprio perchè i risultati dipendono da come noi riusciamo a movimentare ed applicare l’acqua sul fuoco. Quanta formazione si fa su questo argomento, quanto si conoscono le varie lance a disposizione e si scelgono in base all’evento, quanto si fa per riuscire a migliorare l’intervento analizzando e pianificando in sede le tematiche delle tecniche e tattiche di intervento? Ecco quindi l’importanza dei filmati presenti in rete che ci permettono di ragionare, nulla più.
Versare acqua in grande quantità, purtroppo, è una prassi ancora molto diffusa.
Non è la prima volta che affrontiamo il tema dell’utilizzo dell’acqua in modo non coordinato e gestito. L’argomento è fondamentale da trattare nei turni, e nel gruppo VVF Incendio ed Antincendio Ritorno alla base cerchiamo con umiltà e pazienza di crescere assieme. E’ importante discuterne, parlarne per cercare di capire come possiamo preparare il nostro personale lancista o operatore di prima linea al meglio, proprio per rendere facile ed efficace il lavoro degli operatori sul posto.
I diametri sia delle mandate che degli ugelli della lancia dipendono sempre da quanto estinguente devo erogare per avere ragione dell’energia presente in quel momento nel punto di intervento. La logica dice che sempre se vogliamo avere ragione della situazione dobbiamo: togliere più energia di quella che si sviluppa, altrimenti l’incendio continua a crescere. Ecco perchè non c’è una risposta sola, ma dipende sempre da diversi fattori, ecco perchè è importante la pianificazione e la decisione di quali lance e condotte utilizzare, e oltretutto i risultati dipendono molto dalla preparazione dei lancisti.
Facciamo un esempio. Per un principio d’incendio, in abitazione, può andare più che bene una lancia da 25 mm, anche perché consente di portare 100 lt/min, a cui sarebbe il caso di affiancare una condotta da 45 mm fino in cima al vano scale o sottotetto, lì con divisore si avrebbe la possibilità di collegare sia una 45 mm oppure con un riduttore partire con 1 o 2 da 25 mm. Il 25 mm conviene acquistarlo sempre per AP. Se si ha una uscita laterale in alta pressione, sarebbe interessante ed utile utilizzarla, con riduttori vari, poiché consente di operare anche con naspi da 13 mm, in caso di bonifiche con utilizzo di pochissima acqua ma con un bel getto preciso e molto efficace.
In parole povere, occorre formazione e soprattutto eliminare l’idea “vedo fiamme e butto acqua“.
In figura 4, invece, osserviamo un attacco esterno, che non è detto sia errato come approccio, poiché potrebbe trattarsi di un attacco di transizione.
Semmai il problema è che si stia impiegando un naspo AP. In questo caso, è abbastanza chiaro che il getto non raggiunge il soffitto dell’appartamento, poiché non basta la pressione per puntare in alto ma serve anche la portata, altrimenti si “flalda” il getto.

Autore: Valentino Graiff – già Capo Reparto VVF e Istruttore presso Provincia Autonoma di Trento