Dattilo: le norme sono sufficienti, occorre che siano applicate.
In una breve intervista sulle pagine de Il giornale dell’ingegnere il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ribadisce: “Non sono necessarie nuove norme, sono necessari più controlli: le norme in Italia ci sono, sono sufficienti, però bisogna che siano applicate”.
La tragedia di Corinaldo ha colpito molto l’opinione pubblica per il suo tragico epilogo ma soprattutto per gli interrogativi che ha lasciato in merito all’efficacia di normativa e controlli nei locali di pubblico spettacolo.

L’Ing. Dattilo fuga ogni dubbio: “Questa tipologia di incidenti non deve e non può accadere se si rispettano le piccole precauzioni che in ambienti di questo tipo, invece, non vengono rispettate”. Rispettare le regole e non crearne di nuove è lo slogan del nuovo Capo del CNVVF che si dichiara un parroco di campagna e non uomo di Roma.
In continuità con la precedente amministrazione dell’Ing. Giomi, vorrebbe apportare qualche innovazione soprattutto nel rapporto con i tecnici. “Ovviamente, poi c’è il campo della prevenzione in cui si vorrebbe ulteriormente semplificare. A noi interessa la sostanza: a parità di sostanza, e quindi di sicurezza, se potessimo snellire ulteriormente le procedure sarebbe ancora meglio. Inoltre, vorremmo fare anche un percorso culturale in cui preparare i nostri vigili al confronto con tutti i professionisti, individuando crediti formativi per la progressione di carriera, da fare anche in maniera condivisa con la rete delle professioni tecniche, favorendo lo scambio di opinioni”. Snellire e semplificare la burocrazia, ma soprattutto la condivisione e il confronto pongono le basi per un nuovo approccio al mondo della prevenzione incendi.

Sul fermento normativo, legato alla pubblicazione delle nuove RTV, Dattilo risponde limpidamente: “Qui è una questione di strategie. Intanto ritengo che le norme in uscita non siano complicate: anzi, se vengono percepite come tali c’è qualche problema. Sono più flessibili perché sono norme che offrono un ventaglio di soluzioni per un unico problema, mentre prima c’era una sola soluzione per un problema. Il punto è casomai è metabolizzare questo nuovo metodo, studiando le nuove norme: forse si confonde l’esser complicate con il fatto che invece bisogna fare l’aggiornamento anche dei professionisti”. La palla torna quindi ai professionisti che non possono più rinviare il passaggio dall’approccio prescrittivo a quello prestazionale.
E a proposito, chiarisce: “Per le attività senza RTV sarà il Codice la norma di riferimento”.