ImpiantisticaPrevenzione Incendi

Il collaudo delle reti di idranti

di Dario Zanut

Il termine collaudo (dal latino cum-laude, ovvero “a opera d’arte”), si riferisce ad una serie di operazioni svolte al fine di verificare il corretto funzionamento di un’opera di ingegno prima che questa venga destinata all’utilizzo.
Per le reti idranti il collaudo consiste nell’insieme delle operazioni per valutare la corretta funzionalità dell’impianto secondo norma di buona tecnica (UNI 10779).
In genere il collaudo si svolge alla prima attivazione dell’impianto, tuttavia può essere richiesto qualora sia necessario ricontrollare l’impianto e/o ripristinarne la funzionalità, quali ad esempio:
– Impianto non in funzione per molto tempo
– Ripristino e riutilizzo di impianti (cambio destinazione ecc.)
– Ripristino a seguito di guasti o funzionamenti anomali, incendi ecc
– Ampliamento di impianti, trasformazione, manutenzione straordinaria
– Verifiche per asseverazione e/o rinnovo periodico di conformità antincendio
– Verifiche richieste dall’autorità competenti (VVF,ASL ecc.)
In tali casi, ai fini del collaudo, si procede come nuovo impianto.

Le operazioni di collaudo sono svolte secondo le procedure previste al punto 9 della norma UNI 10779 (Impianti di estinzione incendi Reti di idranti Progettazione, installazione ed esercizio) e prevedono:
– Accertamenti sulla documentazione tecnica
– Operazioni tecniche e funzionali
– Redazione di atti tecnici riguardanti le operazioni e le valutazioni eseguite

Accertamenti sulla documentazione tecnica
Al momento del collaudo deve essere disponibile la documentazione di progetto deve almeno contenere:

– la relazione tecnica, che deve includere tutti gli elementi necessari per il corretto dimensionamento ed installazione dell’impianto, inclusi la classificazione del livello di pericolo, le caratteristiche e la durata dell’alimentazione nonché la sintesi dei dati tecnici che descrivono le prestazioni dell’impianto.

– la relazione di calcolo che deve contenere almeno i calcoli dettagliati come fogli di calcolo specifici o come tabulati risultanti di calcolo computerizzato evidenziando le caratteristiche idrauliche degli apparecchi erogatori.
Inoltre la conferma che l’impianto è stato progettato in conformità alla norma oppure deve fornire informazioni relative ad ogni scostamento dai requisiti della stessa e le relative motivazioni, sulla base delle informazioni disponibili e della applicabilità della norma al caso specifico.

– i disegni di lay-out dell’impianto che devono includere almeno una planimetria riportante l’esatta ubicazione delle attrezzature, la posizione dei punti di misurazione e di prova con attacco per il manometro ed i dati tecnici dell’impianto.

Le operazioni di collaudo
Il collaudo deve includere le seguenti operazioni:
– l’accertamento della rispondenza della installazione al progetto esecutivo presentato;
– la verifica della conformità dei componenti utilizzati alle disposizioni normative;
– la verifica della posa in opera “a regola d’arte”
– l’esecuzione delle prove specifiche di seguito elencate.

Esecuzione del collaudo
Il collaudo deve essere preceduto da un accurato lavaggio delle tubazioni, con velocità dell’acqua superiore a 2 m/s.
Devono essere eseguite almeno le seguenti operazioni:

  • esame generale dell’intero impianto, comprese le alimentazioni, avente come particolare oggetto la capacità e tipologia delle alimentazioni, le caratteristiche delle pompe (se previste), i diametri delle tubazioni, la spaziatura degli apparecchi erogatori, i sostegni delle tubazioni;
  • esecuzione di prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione dì almeno 1,5 volte la pressione di esercizio dell’Impianto con un minimo di 1,5 MPa per 2 h.
    In caso di utilizzo di tubazioni in polietilene dovranno essere seguite le procedure previste dalla norma  UNI 11149:2005 – Posa in opera e collaudo di sistemi di tubazioni di polietilene per il trasporto di liquidi in pressione – Parte 15. Collaudo in opera;
  • collaudo delle alimentazioni;

Il collaudo delle alimentazioni deve essere eseguito in conformità a quanto specificato dalla UNI EN 12845 tenendo conto delle indicazioni riportate nell’appendice A della UNI 10779.
Ogni alimentazione idrica collegata all’impianto deve essere sottoposta a prova indipendentemente, mantenendo isolate tutte le altre e deve essere sottoposta a prova almeno con la portata massima richiesta. Si deve utilizzare il dispositivo di misurazione della portata e della pressione e deve essere in grado di controllare ogni alimentazione idrica.
Le valvole di intercettazione che controllano il flusso proveniente dall’alimentazione idrica verso l’impianto devono essere completamente aperte.
In presenza di gruppo di pompaggio, deve essere verificato l’avvio automatico della pompa, aprendo completamente la valvola di drenaggio e la valvola di prova dell’impianto. Successivamente occorre far funzionare la l’impianto di pompaggio riproducendo la curva Q – P di progetto, operando da mandata chiusa ai vari regimi di portata, ricircolando verso il serbatoio. Durante la prova dovrà essere controllato il regolare funzionamento di tutti i componenti dell’impianto, ottemperando anche ad eventuali prescrizioni tecniche raccomandate dal produttore dell’apparecchiatura.
In presenza di allacciamento acquedotto, deve essere verificato il libero flusso. Inoltre dovranno essere eseguite eventuali prescrizioni tecniche raccomandate dal produttore dell’apparecchiatura.
I parametri idraulici (portata e pressione) di alimentazione dovranno risultare conformi ai valori di dimensionamento.

  • verifica del regolare flusso nei collettori di alimentazione, aprendo completamente un apparecchio erogatore terminale per ogni ramo principale della rete a servizio di due o più apparecchi erogatori;
  • verifica delle prestazioni di progetto con riferimento alle portate e pressioni minime da garantire, alla contemporaneità delle erogazioni, e alla durata delle alimentazioni.
    Limitatamente alla sola verifica della durata delle alimentazioni è ammesso il ricorso a procedure di calcolo idraulico.

Documentazione finale
La ditta installatrice deve rilasciare al committente apposita documentazione, redatta secondo le vigenti disposizioni in materia (Dichiarazione conformità ex DM 37/98 completa di allegati obbligatori), comprovante la corretta realizzazione ed installazione dell’impianto e dei suoi componenti come da progetto.
La ditta installatrice deve anche consegnare al committente copia del progetto utilizzato per l’installazione, completo di tutti gli elaborati grafici e descrittivi relativi all’impianto come realizzato, il manuale di uso e manutenzione dello stesso ed il verbale di avvenuto collaudo secondo le procedure previste nella UNI 10779.

Per le esigenze connesse ai procedimenti di prevenzione incendi potrà essere redatta Certificazione di Professionista Antincendio Tecnico su modello CERT.IMP. correttamente compilato.

Quesiti e FAQ

D: Qual è la pressione (atmosfere) di funzionamento di un impianto antincendio?

R: Per gli idranti DN 45 e naspi almeno 2 atmosfere, per gli idranti esterni almeno 3 atmosfere.

D: L’opera di manutenzione periodica degli impianti antincendio deve essere eseguita in modo esclusivo dalla ditta installatrice? Dove posso trovare il verbale di manutenzione dell’impianto? Dove posso trovare il verbale di avvenuto collaudo e chi lo deve compilare?

R: La manutenzione di impianti antincendio deve essere effettuata da manutentore qualificato, quindi almeno installatore abilitato dalla Camera di Commercio. Il verbale di manutenzione dell’impianto di solito lo compila il manutentore sulla base della norme UNI per l’impianto previsto.
Il verbale di avvenuto collaudo si trova sul manuale di uso e manutenzione dell’impianto o sul registro dei controlli, lo compila chi ha fatto il collaudo (installatore o professionista antincendio per gli impianti esistenti).

D: Ci sono delle operazioni di collaudo o di verifica periodica che possono essere eseguite solo da tecnici abilitati dall’818?

R:  Il collaudo e la verifica dell’impianto previsti dalle norme UNI 10779 sono effettuate dalla ditta installatrice.
L’unica verifica affidata solo a tecnico abilitato riguarda l’asseverazione ai fini della attestazione rinnovo periodico di conformità (art. 5 del Decreto del Ministro dell’Interno 7.8.2012).

D: Quando va consegnato il progetto degli impianti?

R:Il progetto degli impianti fa parte della documentazione da presentare per la valutazione del progetto, quindi deve essere sottoposto a valutazione da parte del locale Comando dei Vigili del Fuoco.
Se invece non si tratta di nuovo progetto ovvero di modifica di sostanziale di impianto esistente, non serve presentare il progetto ai Vigili del Fuoco.