La pericolosità dei prodotti della combustione
Non si è mai sicuri di poter evitare la formazione di un incendio, anche se sono state rispettate le norme di prevenzione incendi.
Qualunque sia il tipo di combustione che si forma, durante le prime fasi di sviluppo dell’incendio si ha sempre produzione di fumo e gas di combustione che sono in grado di mettere subito in serio pericolo l’integrità fisica di una persona; infatti, essi invadono in breve tempo i locali di un edificio rendendo impossibile la presenza dell’uomo ancor prima che vengano raggiunti valori di temperatura di circa 60°C che non sono sopportabili dall’organismo umano per lungo tempo – i decessi delle persone durante un incendio a causa dell’esposizione al calore sono di gran lunga inferiori di quelli provocati dall’inalazione di fumo e gas di combustione.
L’azione del fumo e dei gas di combustione su una persona provoca diminuzione di visibilità, irritazione degli occhi e delle vie respiratorie, incapacità di agire ed asfissia. Questi effetti possono anche presentarsi simultaneamente durante un incendio e sono in grado di provocare in pochi minuti, disorientamento, confusione mentale ed inabilità fisica; il conseguente ritardo, o l’impedimento alla fuga, dal luogo dell’incendio possono comportare serie lesioni o il decesso di una persona per eccessiva inalazione di gas tossici e/o ustioni.
In sostanza, se in un edificio si vuole raggiungere l’obiettivo di salvaguardare l’incolumità delle persone (garantendo quanto più è possibile un veloce ed ordinato esodo), proteggere i beni in esso contenuti e consentire un agevole intervento alle squadre di soccorso, allora è assolutamente necessario agire nelle prime fasi di sviluppo dell’incendio, quando la quantità di fumo e di gas di combustione liberata nell’ambiente è ancora limitata.
Il fumo
Il fumo è costituito da particelle solide (particolato) e liquide sospese nell’aria che si creano a seguito di una combustione e risultano visibili.
Le particelle solide incombuste si formano maggiormente quando la combustione avviene in difetto di ossigeno; esse hanno colore scuro e sono costituite da catrami, particelle di carbonio, ceneri ed altre sostanze.
Le particelle liquide sono prevalentemente generate dalla condensazione del vapore acqueo (essa avviene a temperature inferiori a 100°C; il vapore acqueo si libera anche durante l’estinzione di un incendio ed è assimilabile, ai fini della visibilità, al fumo di colore chiaro) prodotto dalla combustione dell’idrogeno e dall’evaporazione dell’acqua contenuta sotto forma di umidità nei combustibili.

Il fumo che si forma in un incendio dipende da un numero elevato di fattori e fra questi sono compresi: qualità e stato di aggregazione del combustibile, tipo ed energia della sorgente di innesco, modalità di combustione che si sviluppa in relazione alle condizioni di ventilazione del locale e temperatura massima raggiunta.
Generalmente, le particelle che si liberano dal fumo generato da un fuoco covante hanno forma regolare e dimensioni prevalentemente comprese nell’intervallo fra 0,1 e 5 µm (ad esempio, le particelle che sono presenti nel fumo di una sigaretta hanno diametro compreso fra 0,1 e 0,5 µm); esse si generano dall’emissione di prodotti volatili dalle superfici del corpo in combustione a causa delle elevate temperature raggiunte.
Invece, il fumo prodotto nei fuochi con presenza di fiamma è formato principalmente da particelle incombuste di forma irregolare che, in genere, hanno dimensioni minori di quelle prodotte in un fuoco covante.
Quando una persona respira in un ambiente invaso da fumo e gas di combustione, le particelle nocive raggiungono, in funzione della loro dimensione, parti diverse dell’apparato respiratorio; infatti, le particelle aventi diametro fino a 0,5 µm si depositano prevalentemente negli alveoli polmonari, quelle di diametro compreso fra 0,5 e 2 µm negli alveoli e nel tratto nasofaringeo, mentre per diametri compresi fra 2 e 10 µm il deposito avviene principalmente nel tratto nasofaringeo.
I gas di combustione
I gas di combustione sono quelle sostanze che restano allo stato gassoso anche quando si raffreddano fino alla temperatura ambiente.
La composizione dei gas di combustione varia in relazione ai costituenti chimici del combustibile, alla temperatura raggiunta durante l’incendio (in relazione alle reazioni chimiche che possono verificarsi a tale temperatura) ed alla concentrazione di ossigeno presente nell’ambiente; tali gas comprendono l’anidride carbonica e il monossido di carbonio in quanto la quasi totalità dei combustibili contiene carbonio ed altri prodotti, come HCl, HCN, NO2, NH3, SO2, ecc., che possono tutti recare danni all’organismo umano perché sono in grado di produrre effetti asfissianti o irritanti.
L’azione delle sostanze asfissianti può condurre una persona alla condizione di inabilitazione (inibizione delle iniziative personali per la sopravvivenza e, quindi, si verificano delle condizioni psicofisiche che producono l’incapacità di attuare l’esodo da un locale); in particolare, esempio sono in grado di causare la depressione del sistema nervoso centrale, che produce un assopimento e/o una alterazione delle capacità fisiche (effetto narcotico), che riduce la capacità di fuga della persona.
Quando si soccorre una persona che è rimasta intossicata dall’inalazione di fumo e gas di combustione, non appena essa viene trasferita all’esterno, è molto importante praticare istantaneamente (entro 1 o 2 minuti) la respirazione artificiale.

L’effetto provocato dalle sostanze irritanti consiste soprattutto nell’immediata irritazione degli occhi e dell’apparato respiratorio inferiore di una persona, con problemi respiratori (per esempio, dispnea ed accrescimento del ritmo respiratorio) e conseguente difficoltà per la persona di allontanarsi rapidamente dall’ambiente pericoloso.
Sono gas asfissianti, il monossido di carbonio, l’acido cianidrico e l’anidride carbonica.