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Le criticità della manutenzione antincendio

Intervista a Paolo Veronese

La manutenzione dei dispositivi antincendio è fondamentale per l’efficienza degli stessi e per garantire il Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA) anche secondo i nuovi criteri prestazionali definiti dal Codice di Prevenzione Incendi ( D.M. 3 agosto 2015 “Norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs 8 marzo 2006, n. 139” ).

A tal proposito abbiamo voluto esplorare il punto di vista di un esperto in materia, Paolo Veronese, che da quasi vent’anni si occupa di manutenzione antincendio.

Se le chiedessi qual è la principale criticità del settore cosa risponderebbe?

Come aziende di manutenzione antincendio abbiamo il compito di mantenere efficienti nel tempo i dispositivi e gli impianti antincendio dei nostri clienti. Apparentemente dovremmo difendere un loro interesse, eppure capita di scontrarsi con tutta una serie di difficoltà.

Ad esempio?

Una delle criticità più importanti che risulta dal confronto con i nostri clienti è rappresentata dal tipo di servizio che offriamo: siamo nella categoria del “bene non goduto”, nel campo dell’intangibilità. E’ il grande limite di chiunque faccia sicurezza

Può spiegare meglio?

Se io chiedessi ad un mio cliente “Quando è stata l’ultima volta che hai dovuto usare uno degli estintori presenti nella tua azienda?” La risposta più plausibile è “Mai!”. Ecco che allora si insinua un pensiero nella mente di molti: fare la manutenzione ad un qualcosa che nella propria vita non si userà mai per lo scopo per cui è progettato diventa una spesa inutile.

E quindi?

Quindi, di conseguenza, spesso l’atteggiamento che il cliente finale ha nei confronti della manutenzione preventiva antincendio è un atteggiamento di diffidenza. Le faccio un esempio. Mi occupo di antincendio da quasi 20 anni e ricordo ancora quella volta in cui andai da un cliente per incassare una piccola fattura di manutenzione. Alla mia vista disse: “Eccolo qua… mi tocca pagare il pizzo“.

La vicenda è simpatica e inquietante allo stesso tempo…

Infatti, devo dire che in quell’occasione fui fortemente tentato di reagire in modo brusco. Poi, però, mi fermai e ragionai con il mio cliente spiegandogli cosa con il nostro lavoro stavamo facendo.

Qual è il vostro lavoro?

Il nostro lavoro serve a garantire che quegli oggetti che normalmente in un’azienda, in un museo, in un distributore di carburanti sembrano statici, immobili, risultino efficienti e funzionanti in caso di necessità (cioè in qualunque momento ndr). Ed è quindi nostro compito non solo provvedere a dare dei servizi davvero impeccabili ma anche fare in modo che chi questi servizi li riceve sia in grado di apprezzare il lavoro svolto.

Ed è apprezzato?

Se l’utente finale ritiene la manutenzione solo l’ennesimo balzello come potrà mai apprezzare gli sforzi quotidiani tesi al miglioramento? Forse qualcuno approcciandosi a leggere questo articolo penserà di imbattersi in criticità dovute a condizioni di lavoro o situazioni di pericolo particolare mentre invece il primo grande ostacolo di chi fa oggi Antincendio è la mancanza di cultura della sicurezza.

Su questo ci sarebbe tanto da discutere.

Chissà…forse si è parlato o scritto molto su questo fenomeno che colpisce in modo particolare gli Italiani Adulti e che rilega la Sicurezza ad un mero adempimento legislativo. La più grande criticità che noi manutentori oggi dobbiamo affrontare è proprio quella di divulgare la cultura della sicurezza ai nostri clienti. Continuare a vedere la sicurezza come un obbligo passivo purtroppo costringe i nostri clienti a sentire solo frustrazione quando gli parliamo di cambio polvere, collaudo manichetta o revisione di una valvola sprinkler. Ecco che allora l’impegno quotidiano, oltre a quello di garantire l’efficienza dei sistemi antincendio dei nostri clienti, diventa quello di accompagnare e sostenere i “non addetti ai lavori” nei meandri di concetti che a volte vedono molto lontani da loro.

Diventate anche formatori!

Per forza. L’impegno del manutentore non si ferma semplicemente nel “fare” la manutenzione ma continua nello spiegare cosa è stato e perché è stato. Perché è importante seguire una norma tecnica di riferimento e quanto importante sia a volte fare anche di più di quanto previsto dalla normativa tecnica innalzando lo stato di Sicurezza.

Ma la normativa è adeguata a sostenere questa spinta “culturale”?

In un articolo di qualche tempo fa sul mio Blog aziendale spiegavo che dovrebbe essere coniata una nuova parola che spiega ancora meglio che cos’è la Sicurezza: questa parola è amorezza, quindi il connubio tra la parola amore e la parola sicurezza. Occorre lavorare sicuri, per amore verso se stessi! Le leggi sono una conseguenza della sicurezza e non possono essere ciò che la fa scaturire. La sicurezza è qualcosa prima delle leggi, semmai le condiziona! Allora solo se abbiamo chiaro perché si fa sicurezza solo se abbiamo chiaro che la sicurezza la metto in pratica per riabbracciare i miei cari la sera, solo quando ho chiare le ragioni posso aver chiare anche le modalità. Posso capire che se anche un estintore non lo uso mai è giusto verificare ogni 6 mesi che sia efficiente, e che sia giusto affidarlo ad un’azienda specializzata. Se mi è chiaro il perché della sicurezza non aspetterò che sia la norma a dirmi ogni quanti giorni devo andarlo a verificare visivamente; mi sarà naturale verificare lo stato della pressione ogni qualvolta ci passo davanti.

Bisogna capire le ragioni quindi.

Se ho chiare le ragioni della sicurezza apprezzerò il fatto che un ente terzo certifichi le operazioni di manutenzione che l’azienda specializzata svolge. Se ho chiare le fondamenta della sicurezza sarò felice di sapere che il manutentore che controlla le mie uscite di sicurezza ha fatto dei corsi ed ottenuto una certificazione. Se capisco che la sicurezza è amore per sé stessi e per gli altri apprezzerò di più quel manutentore che mi fa notare che il cartello è sbiadito o che il pallets di articoli che ho messo davanti all’uscita di sicurezza non ci deve stare.

Ma secondo lei i manutentori sono tutti così attenti?

Secondo il mio modesto parere, noi manutentori abbiamo l’obbligo di mettere in campo tutte le nostre capacità per avere tecnici manutentori sempre formati e preparati, avere dei sistemi di qualità che garantiscano il servizio, avere un ente terzo che certifichi le competenze e che certifichi il reale svolgimento delle operazioni di manutenzioni nel pieno rispetto delle norme e facendo ciò che dichiara. Il manutentore antincendio dovrà essere sempre pronto a far notare al cliente anche ciò per cui in quel momento non è pagato ma che conosce.

Cosa si augura per il futuro?

Penso che se noi manutentori non ci impegneremo ogni giorno per aumentare la cultura della sicurezza di tutte le persone che incontriamo, il nostro lavoro non sarà mai fatto bene! Ogni giorno dobbiamo lottare contro questo stato di cose che ci tiene con gli occhi chiusi incapaci di vedere le vere opportunità che lavorare in sicurezza ci offre.