Le tubazioni di mandata.
Le tubazioni di mandata, insieme alle lance, sono uno dei simboli dei pompieri nel mondo. Proprio con manichette e lance ogni vigile del fuoco inizia la propria formazione alle Scuole Centrali Antincendi e queste attrezzature rimangono nel quotidiano di ognuno dei vigili praticamente per tutta la durata della carriera. Il concetto “manichette” si é evoluto molto nel corso degli anni, dai materiali impiegati al modo in cui sono riposti sugli automezzi, ma al contrario, le modalità scelte per impiegarli e la tecnica di stendimento non hanno subito quasi nessuna evoluzione nel nostro paese.
Tubazioni arrotolate
Su quasi la totalità degli automezzi vvf, le tubazioni nei diametri consueti di 38 mm, 45 mm e 70 mm sono posizionati nel classico modo arrotolato doppio e riposti nei vari compartimenti in posizione verticale. Il vantaggio di mantenerli in questo modo é rappresentato dalla rapidità e dalla facilità di servirsene durante l’intervento e anche dal fatto che non occupano molto spazio posizionati affiancati uno all’altro.
La tecnica di lancio per “srotolarli” che tutti conosciamo, se non é eseguita perfettamente può in un certo modo ritardare le fasi iniziali dell’intervento in quanto una tubazione lanciata male necessita di essere “aggiustata” o riposizionata con evidenti perdite di tempo. Inoltre, il limite principale che si incontra quando stendiamo le tubazioni con la tecnica tradizionale sta nello spazio a nostra disposizione. Se abbiamo un’area in piano più o meno sgombra e lunga abbastanza da consentire di srotolare agevolmente alcuni metri di manichetta, la nostra linea di mandata sarà pronta rapidamente.
Il problema
Ma cosa succede quando si opera in spazi irregolari o ristretti tali da non permettere di eseguire un buon lancio? Si prenda come esempio l’incendio di un luogo confinato: un appartamento al terzo piano di un edificio con ascensore e scale non troppo larghe. Si ipotizzi che per coprire la distanza tra l’automezzo e l’ingresso dell’edificio occorrano due tubi da 70mm.
L’autista inizierà quindi a stendere la tubazione dall’APS verso il punto dove posizionerà un divisore di mandata a tre vie (solitamente davanti all’ingresso dell’edificio). I due vigili che effettueranno il primo attacco dovranno salire le scale, sulle quali stenderanno le tubazioni da 45mm necessarie a raggiungere l’appartamento in questione. A questi, si aggiungeranno almeno uno o due altri tubi da 45 mm per permettere un movimento agevole all’interno dell’appartamento stesso (riserva).
Si ricordi, inoltre, che é sempre consigliabile predisporre un secondo divisore di mandata da 45 mm posto tra la tubazione che sale le scale e la tubazione di “attacco” all’incendio. Solitamente questo punto sarà al piano inferiore a quello interessato dall’incendio. Si tratta di uno scenario molto diffuso e frequente e “lanciare” le tubazioni su o giù per le scale significa incorrere in serie difficoltà.
Una volta arrivati sul pianerottolo (piano incendio meno 1) si dovrebbero ancora srotolare gli ultimi tubi e raccordare la lancia. Se si è fortunati e il pianerottolo non é dei più grandi allora si avrà a che fare con un ammasso disordinato di tubazioni che non faciliteranno per nulla le operazioni di attacco e l’ingresso nell’appartamento.
La soluzione
Alcune soluzioni esistono già e, come sempre, basta curiosare un po’ a casa di colleghi stranieri per individuarle. Il primo modo alternativo di arrotolare le tubazioni è detto “all’americana” ( …ma molto probabilmente ancora una volta è di origine svedese): il tubo non viene arrotolato ma sovrapposto in spire che formano una “S”. Questo sistema permette di salire agevolmente le scale di un edificio (prendendo l’esempio dell’incendio appartamento) con una o due tubazioni appoggiate sulle spalle che si stendono a mano a mano che l’operatore sale i vari piani.
La particolare conformazione di spire sovrapposte, consente di lasciare a terra il raccordo femmina che verrà raccordato al divisore di mandata, il raccordo maschio resterà invece appoggiato sulla spalla dell’operatore ricoperto dalle spire ancora da srotolare della manichetta stessa.
L’enorme vantaggio consiste nel non dover salire e scendere le scale più volte per lanciare le tubazioni arrotolotate doppie, ma semplicemente basterà salire una sola volta e dietro l’operatore la tubazione sarà perfettamente allungata lungo la scala. Questo sistema di preparazione delle manichette viene detto a “Z”.
In alcune delle ultime forniture dell’APS Volvo in dotazione ad alcuni Comandi italianisi trovano delle cassette in alluminio che contengono tubi da 45mm arrotolati a “Z”.
Questo sistema é largamente impiegato in europa, soprattutto in Svizzera e in Francia con ottimi risultati.
Il sistema delle cassette ha sostituito già da qualche anno un altro sistema molto efficace e diffuso ad esempio nella città di Ginevra chiamato “cappa”. La cappa non é altro che una specie di “zaino” di alluminio che accoglie tre manichette piegate a “Z” al suo interno. Il vigile, trasporta la manichetta che fuoriesce srotolandosi automaticamente passo dopo passo e nello stesso tempo il carico si alleggerisce progressivamente.
Questo sistema é stato usato per anni soprattutto per lo stendimento della tubazione lungo le scale per salire ai piani alti ma é stato dismesso in quanto l’operatore non può utilitzzare un autorespiratore e quindi, salendo le scale invase dal fumo, non può proteggere le proprie vie respiratorie.
Per concludere, la manichetta piegata ad “Z” sulla spalla o le cassette, rappresentano due possibilità per risolvere il problema di stendere la linea di tubi su una rampa di scale oppure in spazi particolarmente ristretti in modo abbastanza semplice.
Si immagini ora di aver completato la linea di tubi che arriva sul pianerottolo fino “al piano dell’incendio meno 1”, di aver sistemato un divisore da 45mm e di apprestarsi a disporre l’ultimo tratto della tubazione di attacco. Lo spazio ridotto non permette di lanciare il tubo. Si adotta allora il secondo metodo, denominato ad “O”. La tubazione da 45mm deve essere stata preventivatamente arrotolata ad “O” (come del resto anche quella “S”), il sistema molto semplice consiste nel disporre la manichetta “a cerchio” dove il raccordo maschio con la lancia innestata si trova nella spira più interna.
Si dispone quindi a terra la tubazione ad “O” allargandola leggermente, in modo da formare un cerchio ben evidente con la lancia innestata e chiusa.
Il raccordo femmina si innesta al divisore se lo abbiamo predisposto o in alternativa direttamente al maschio della tubazione che sale le scale. A questo punto si può mettere la linea completa in pressione. Il risultato sarà che la tubazione a “O” inizierà ad allargare le spire con la pressione dell’acqua ma non si muoverà. Nel momento in cui l’operatore sarà pronto ad entrare basterà iniziare la progressione verso l’incendio e la tubazione si srotolerà automaticamente senza causare nessun problema all’avanzamento. Il vantaggio enorme consiste nel disporre dell’intera tubazione (25m) pronta in pressione nello spazio ridotto di un solo metro quadro.

Considerazioni
Naturalmente le tubazioni a “Z” e “O” devono già essere pronte in caricamento sull’APS. La tecnica per arrotolarle é molto semplice e meno faticosa del sistema classico arrotolato doppio: chi ha avuto modo di frequentare il corso Antincendio Navale ha già visto impiegare queste due tecniche.

Gli istruttori del corso naturalmente insistono molto sul fatto che chi ha seguito questa formazione, una volta tornato al proprio comando di appartenenza metta in pratica questa tecnica, suggerendo ai responsabili del caricamento dei veicoli di inserire qualche tubazione arrotolata nel nuovo modo. Le manichette arrotolate doppie nel modo classico non devono essere scartate, anzi, in alcuni contesti svolgono egregiamente il loro compito.
Quali soluzioni adottano i colleghi all’estero
In Francia le tubazioni a “Z” e “O” sono adottate sugli automezzi insieme alle tubazioni arrotolate in modo simile a quello italiano, l’unica differenza sta nel fatto che il tubo arrotolato si presenta con i raccordi sovrapposti al contrario. Le manichette francesi presentano alle estremità dei raccordi tipo “DSP” simmetrici.
In Svizzera Romanda le manichette avvolte ad “O” vengono chiamate “escargot” (chiocciola). Altri paesi europei stanno dotando gli automezzi di cassette in alluminio che contengono tubazioni a “Z” pronte per essere srotolate senza essere estratte dalle cassette stesse come visto poc’anzi.
Sempre in Francia si sono visti borsoni su ruote, con all’interno tre o quattro tubi da 70 mm (a “Z”) più colonna per idrante e relative chiavi per i chiusini, che consentono all’autista di partire dalla propria APS o ABP innestando il tubo alla presa di carico della botte e percorre velocemente il tragitto all’idrante più vicino mentre la tubazione si srotola automaticamente. Tradizionalmente, tutti i veicoli APS francesi e svizzeri sono dotati di “devidoirs”.
Si tratta di veri e propri naspi di tubazioni da 45 o da 70 mm già raccordati, montati su ruote, da tirare correndo, che possono arrivare a coprire lunghe distanze per lo stendimento della tubazione di attacco e sia per quella di alimentazione.

Negli Stati Uniti la maggior parte degli automezzi é dotato di tubazioni a “Z”, anche di grande diametro, alloggiate già pronte per essere estratte velocemente.
In caso di incendi di edifici molto alti, sempre negli USA, le squadre di soccorso hanno la consuetudine di trasportare molte tubazioni a “Z” (legate con cinture di sicurezza prese da automobili demolite) ai piani alti e di posizionarle sui vari pianerottoli pronte per percorrere corridoi o scale interne.
Per ultimo si vuole segnalare un metodo adottato dai colleghi elvetici per srotolare due o più tubazioni da 70 mm partendo dall’APS per arrivare al punto dove verrà posizionato il divisore di mandata a tre vie.
Ricordiamo che questo é un compito molto spesso svolto dall’autista da solo e questo sistema permette di stendere due o più tubi in un solo movimento con poco sforzo.
Si mettono a terra davanti alla pompa dell’APS tre tubazioni (per esempio), poste orizzontalmente (“coricate”) e messe in serie una davanti all’altra. Poi si collega il primo tubo all’APS e il maschio dello stesso al tubo successivo, si fa la stessa cosa con il secondo e il terzo tubo che avrà invece il maschio già collegato al divisore.
Ora basta procedere, anche correndo, verso il punto dove si è deciso di disporre il divisore. I tubi si srotoleranno senza ostacolarsi e in maniera lineare.
In collaborazione con www.vfpro.it.