Perché l’incendio di Pedrogao Grande ha sorpreso tutti?
Almeno 60 persone sono decedute tra le fiamme degli enormi incendi boschivi che imperversano nel Portogallo centrale, molti sono stati colti di sorpresa dal rogo, nelle loro auto mentre cercavano di fuggire dalle fiamme. Il primo ministro del Portogallo, António Costa, ha definito l’evento come “la più grande tragedia che abbiamo visto negli ultimi anni in termini di incendi boschivi” e ha avvertito che il numero di morti potrebbe aumentare. Sono stati dichiarati tre giorni di lutto nazionale. Sul posto intanto operano centinaia di addetti antincendio e circa 160 veicoli, coadiuvati da mezzi aerei provenienti di Spagna, Francia e Italia.
L’incendio è avvenuto nell’area che nel passato ha conosciuto incendi di grandi dimensioni, dal comportamento tipicamente eruttivo: sono gli incendi dal comportamento estremo, con tempi di ritorno da 25 a 40 anni.
Cosa è cambiato e cosa c’è di diverso rispetto al passato?
Perché l’incendio di Pedrogao Grande ha sorpreso tutti in termini di potenza e dimensioni? E’ necessario fare una riflessione rispetto alla moderna gestione delle foreste, all’evoluzione (o involuzione) della vita nelle campagne, alla graduale scomparsa del pascolo del bestiame. Apparentemente potrebbero sembrare argomenti lontani da una tragedia con decine di vittime, eppure le ragioni sono da ricercare proprio in questi fattori.
Ciò che è cambiato è l’enorme quantità di biomassa accumulata anche dentro quelli che un tempo erano orti di quartiere, adiacenti o a pochi metri dalle finestre delle case, e corrispondono all’abbandono dell’agricoltura a vantaggio delle monocolture di eucaliptus e di pino, iniziate ad essere impiantate sotto il regime fascista ma che continuano anche oggi.
La gestione degli incendi, poi, è stata separata dalla gestione forestale, per cui le opere di prevenzione sono assenti o spesso non coordinate con le future operazioni di spegnimento.
