Combattere gli incendiTecniche e metodi

Simulatori a combustibile solido, obbiettivi formativi e layout.

di Luca Parisi

Quando si decide la realizzazione di un simulatore a combustibile solido bisogna chiedersi innanzitutto quali obbiettivi formativi si vogliono conseguire. Dopo aver risposto a questa domanda è possibile individuare la struttura più indicata. E’ probabile che nel caso in cui si desideri un simulatore completo, in grado cioè di soddisfare esigenze diverse, bisogna raggiungere un compromesso.

Il seguente documento elenca le diverse tipologie di simulatore con gli obbiettivi formativi che possono essere raggiunti.

Flat Straight Cell.

Questo simulatore permette di erogare dei corsi formativi in grado di sviluppare le abilità tecniche (skill) del personale operativo e in minima parte le competenze tattiche. All’interno di questa struttura si possono erogare essenzialmente due tipologie di esercizio:

  • Osservazione. Tipologia di addestramento che permette di avvicinare il personale alla conoscenza del fenomeno incendio al chiuso. Il personale all’interno mantiene una posizione statica e passiva rispetto a quanto avviene. La conduzione è di pertinenza esclusiva degli istruttori, 2 all’interno + uno all’esterno. Il ratio all’interno del container tra istruttori e allievi è di 1:3 elevabile fino a 1:5. La buona riuscita dell’esercizio è completamente nelle mani dei conduttori. Questa tipologia di container non è provvista di camini. I prodotti dell’incendio vengono quindi gestiti esclusivamente tramite le porte posteriori del container;
  • Attacco. Tipologia di addestramento che prevede una partecipazione attiva da parte degli allievi. Il personale all’interno si muove al fine di poter dar modo a tutti di operare con la lancia per apprendere le corrette tecniche. Il ratio tra istruttori e allievi è di 1:2 (tre istruttori con sei allievi).

Criticità:

  • gli allievi sono passivi rispetto all’incendio;
  • quando gli allievi sono attivi effettuano il “flame cooling” e non il più appropriato “smoke cooling”[1];
  • se il conduttore non è sufficientemente preparato il carico termico subito dagli allievi è notevole;
  • praticamente nulla la possibilità di allenare le competenze tattiche.

 

Figura 1: Flat Straight cell. Credit Pierre-Louis Lamballais

 

Split Level Cell.

Questa tipologia di simulatore permette di replicare le possibilità del container Flat straight cell elevando il livello di sicurezza e riducendo il carico termico sugli occupanti grazie alla modalità costruttiva specifica. La specificità di questo simulatore risiede nel fatto che la camera di combustione è posizionata ad un livello superiore rispetto alla quota del container dove sono posizionati allievi e conduttori. Questo è probabilmente il layout più diffuso da quando si è sviluppata la formazione CFBT. Questa tipologia di container è stata adottata dal Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Le tipologie di corso erogabili sono:

  • Osservazione. Come nel layout precedente questa tipologia di addestramento permette di avvicinare il personale alla conoscenza del fenomeno incendio al chiuso. Il personale all’interno mantiene una posizione statica e solo osservatore rispetto a quanto avviene. La conduzione è di pertinenza esclusiva degli istruttori (2 all’interno + uno all’esterno). Il rapporto all’interno del container tra istruttori e allievi è di 1:3 elevabile fino a 1:4. A differenza del Flat gli allievi subiscono un carico termico inferiore. Il simulatore è dotato di un camino che permette di modificare le condizioni dello strato di gas (sia la concentrazione rispetto al campo di infiammabilità che la temperatura). Adottando una giusta sequenza di apertura e chiusura si possono settare questi parametri al fine di avere una buona riproducibilità del fenomeno;
  • Attacco. Tipologia di addestramento che prevede una partecipazione attiva da parte degli allievi. Il personale all’interno si muove al fine di poter dar modo a tutti di operare con la lancia per apprendere le corrette tecniche. La rotazione degli allievi è diversa rispetto al container Flat. Il fatto poi che talvolta la camera di camera di combustione sia coibentata, permette di mantenere per un tempo maggiore le condizioni necessarie per permettere a tutti di esercitarsi nelle giuste condizioni ambientali;
  • Simulatore Smoke explosion e Fire Gas Ignition. Con delle piccole modifiche possono essere riprodotti anche questi fenomeni.

Criticità:

  • la conduzione da parte dell’istruttore è più complessa;
  • non consente di formare un grande numero di allievi per sessione;
  • se utilizzato per riprodurre l’FGI richiede allievi che abbiano un’ottima conoscenza dello sviluppo dell’incendio, altrimenti rischia di passare dei falsi messaggi;
  • praticamente nulla la possibilità di allenare le competenze tattiche.

Figura 2: Container split level posizionati alla SFO di Montelibretti. Credit Antincendio-Italia.it

 

Multifloor Cell.

Il Multifloor Cell è un simulatore che permette di addestrare tutte e due le abilità, tecniche e tattiche. In un’unica struttura si possono realizzare diverse unità didattiche :

  • Prova di affaticamento: si deve tenere presente che anche in intervento si giunge sul luogo dell’incendio dopo essersi notevolmente affaticati: si fanno rampe di scale, si fa stendimento manichette ecc.; in container come in intervento si deve apprendere a saper dosare le proprie forze al fine di non arrivare esausti sul target;
  • Essere orientati nello spazio: è importante, soprattutto in intervento, avere coscienza degli ambienti che si attraversano e degli oggetti che ci circondano (in particolare anche con lo scopo di individuare eventuali fonti di pericolo che si potrebbero lasciare alle spalle). In intervento si deve sempre sapere dove ci si trova e avere coscienza di cosa sta attorno;
  • Finalità pedagogica del percorso a ritroso in uscita: sempre in funzione del saper dosare le proprie forze si deve tenere presente che in caso di necessità o a fine intervento si deve sempre essere in grado di ritornare in zona sicura senza difficoltà; anche in relazione al consumo di aria si deve poter tornare in zona sicura senza aver intaccato la riserva di aria.

A titolo esemplificativo si possono elencare:

  • Multifloor level 1. In questa unità didattica l’allievo si approccia per la prima volta ad una simulazione più complessa ed articolata rispetto al semplice container. In questa prima fase l’analisi principale sarà nei propri stessi confronti. Durante la progressione l’allievo sperimenta condizioni che andranno via e via modificandosi man mano che si addentra nella struttura. Inizialmente si ha una sezione all’interno della quale la temperatura è relativamente bassa ma con una componente abbastanza impegnativo per quanto riguarda l’aspetto emotivo (buio e con passaggi tecnici) e quello fisico prestazionale. Una volta superata questa prima fase l’impegno fisico va un po’ scemando mentre aumenta la temperatura. La terza e ultima fase prevede poco o nulla impegno fisico unite a condizioni migliori di visibilità ma temperatura decisamente maggiore. L’esercizio termina uscendo direttamente all’esterno da quest’ultima sezione;
  • Mutlifloor level 2. Stesso esercizio rispetto a prima con la differenza che gli allievi non escono all’esterno direttamente dal container caldo ma tornano indietro ripercorrendo i propri passi. La valenza formativa risiede nella gestione dell’aria (Air management). Gli allievi saranno impegnati a calcolare la quantità d’aria residua in maniera tale da poter uscire da dove sono entrati senza intaccare la riserva d’aria di emergenza. Gli altri tasks sono medesimi rispetto all’esercizio base;
  • Mutlifloor level 3. In questa unità didattica gli allievi compiono una simulazione di attacco all’incendio. Dopo che tutto il personale ha conseguito le competenze di base sui fenomeni legati all’incendio al chiuso si può passare alla formazione sulle altre abilità necessarie in un intervento. Le competenze che si devono possedere sono definite in due grandi famiglie:
    • Competenze tattiche;
    • Competenze tecniche.

Nella esercitazioni precedenti si sono sviluppate essenzialmente quelle tecniche e poco quelle tattiche. Ora si provvederà a ricomporre tutte le competenze effettuando delle simulazioni di attacco all’incendio. Le esercitazioni pratiche consistono in sessioni realistiche di formazione con fuoco reale ed esercitazioni pratiche di utilizzo delle attrezzature.

  • Mutlifloor level 4. Incendio scantinato. Questa unità didattica permette di sviluppare tutte le abilità di cui sopra in un ambiente che in intervento rappresenta uno degli scenari più impegnativi e pericolosi per le squadre in intervento. Tutto questo mantenendo sempre uno standard elevato di sicurezza.

Criticità:

  • la qualità della formazione alla lettura dei fenomeni dell’incendio è mediocre;
  • dopo la prima squadra in entrata vi è difficoltà a mantenere l’altezza del piano neutro e consistenza del fumo.

Figura 3: Multifloor level Scuola Provinciale Antincendi di Trento. Credit Ing Gabriele Pilzer

 

T-Cell.

Il layout di questo simulatore permette di aggiungere un ulteriore tassello alla formazione del personale operativo. Le caratteristiche principali sono:

  • Molto vicino alla realtà per quanto riguarda la realtà interventistica in situazioni di incendio regolato dal comburente;
  • Un ambiente che permette di avere scenari multipli con finalità operative diverse;
  • Riproducibilità della formazione.

Per creare le giuste condizioni, l’istruttore deve avere sempre sotto controllo la combustione (che sta fornendo l’energia e il fumo). La comprensione di quali saranno le conseguenze a breve termine di quello che sta avvenendo e la capacità di mantenere il controllo determinano il successo dell’evoluzione.

  • Long Attack. Questa evoluzione è un evoluzione del container base Flat straight introducendo le seguenti caratteristiche aggiuntive:
    • Mandata di attacco molto più lunga;
    • Scarsa visibilità;
    • Passaggio di due porte (una in condizioni di visibilità quasi nulle);
    • Punti di attrito multipli;
    • Focolaio protetto (non attaccabile direttamente).
  • Fire Attack e Search & Rescue. Questa evoluzione segue il Long Attack introducendo le seguenti caratteristiche aggiuntive:
    • Ricerca primaria e salvataggio (Primary Search & Rescue) nelle tre stanze di cui è dotato il simulatore;
    • Tecniche di ricerca;
    • Due squadre che operano allo stesso tempo;
    • Rimozione delle vittime.

Criticità

  • molto impegnativo per allievi alle prime armi;
  • richiede un gran numero di istruttori per sessione;
  • gli istruttori debbono possedere un bagaglio tecnico e d’esperienza notevole.

 

Il ruolo del conduttore

Esiste la convinzione che, se non è presente un fungo rosso che congeli il tutto, non vi siano le necessarie condizioni di sicurezza. A mio parere non è vero. Il problema principale è che si rimanda tutto alla tecnologia, non valorizzando il fattore umano. “Io posso entrare lì dentro in sicurezza, perché tanto basta schiacciare un bottone e finisce tutto”. Questo è quanto di peggio possa pensare una persona che si addestra ad una realtà complessa come l’incendio. Questo non significa che chi sbaglia debba pagarne le conseguenze, ma che la predisposizione mentale, il bagaglio di conoscenze e l’attenzione devono essere maggiori. Dal punto di vista degli addestramenti, i conduttori della struttura debbono avere una preparazione molto più approfondita e devono essere presenti in numero relativamente maggiore. Possiamo affermare senza tema di smentita che, un container a combustibile solido costruito secondo le normative vigenti e condotto da istruttori qualificati, possiede i medesimi livelli di sicurezza di uno a gas. Il problema principale è proprio questo, deve essere riconosciuta l’importanza delle competenze dei conduttori. Non è (ancora per lo meno) possibile sopperire con la sola tecnologia alla mancanza di qualità in quanti conducono l’esercitazione.

Conclusioni

Da quanto scritto sopra si evidenzia che le tipologie sopra descritte hanno degli aspetti positivi e alcuni meno. Per poter raggiungere tutti gli obbiettivi formativi auspicabili bisognerebbe averne a disposizione la maggior parte di essi. Vi è però una tipologia di simulatore che non è stata descritta sopra che è in grado di cogliere gli aspetti positivi di ciascuno di essi racchiudendoli in un unica struttura. La descrizione di questo simulatore sarà oggetto del prossimo articolo.

 

Referenze

Pierre-Louis Lamballais http://flashover.fr/ ;

John McDonough e Karel Lambert comunicazioni personali (2014-2018);

Ed Hartin comunicazioni personali (2013-2018);

Ansgar Gietmann comunicazioni personali (2012-2018);

Lars Axelsson https://swedishfirenerd.com/ ;

Cesare Marzolla comunicazioni personali (2013-2018).

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[1] l’attività nei simulatori deve riprodurre quanto gli allievi troveranno nella realtà operativa. Risulta quindi potenzialmente pericoloso addestrare gli allievi ad operare in un ambiente con uno “strato di fiamme” sopra la propria testa e solo poi effettuare i colpi di lancia. Quando in una situazione di stress in intervento si opera in maniera automatica sulla base dell’addestramento ricevuto si potrebbe essere indotti ad aspettare le fiamme prima di effettuare il raffreddamento del fumo. Questo perché è ciò che è stato realizzato durante la formazione. Il simulatore però ha un emissione di energia che è di alcuni ordini di grandezza inferiori che un incendio reale. Questo è il motivo per il quale lo smoke cooling è sicuramente da preferire al “flame cooling”.